Life on a Claud #73 ⛰️
PATAGONIA TRIP - parte 2: El Chalten; a gennaio inizi ad allenarti con for outdoor people? 🏋️; due libri che ho letto in questo ultimo mese 📚
Buon ultimo lunedí del 2024 💕,
mentre vi scrivo questa newsletter sono sull´ultimo aereo che mi porterá a casa, finalmente dopo 30 ore di viaggio.
Oggi continuiamo con il racconto del viaggio in Patagonia e, come la volta scorsa, qui sotto vi lascio una mappetta con i punti che visiteró in questi 22 giorni di viaggio totali: Ushuaia, El Chaltèn, Buenos Aires.
Menú di oggi 📝
PATAGONIA TRIP - parte 2 El Chalten
A gennaio inizi ad allenarti con for outdoor people? 🏋️
Due libri che ho letto in questo ultimo mese 📚
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*piano di allenamento creato in collaborazione con Ethan Baruzzo, istruttore iscritto all´albo CSEN
Ho creato Running for Outdoor People, due programmi di allenamento per la corsa.
Uno per chi inizia da zero-zero e non ha mai corso:
E uno per chi invece ha giá corso un pochino
1. PATAGONIA TRIP - parte 2 El Chaltèn
Recap del viaggio:
Sono partita per questo viaggio in Argentina il 7 dicembre, con davanti 22 giorni totali di ferie in questo paese di cui sognavo di visitare in particolare la Patagonia da anni.
Ho diviso il viaggio cosí:
dal 9 dicembre al 14 dicembre ad Ushuaia, da sola > ne abbiamo parlato qui!
dal 15 dicembre al 24 dicembre a El Chalten, con Dario > ne parliamo oggi!
dal 25 dicembre al 28 dicembre a Buenos Aires, sempre con Dario > ne parliamo oggi!
Dopo la prima parte del viaggio ad Ushuaia da sola ho raggiunto in aereo Dario che nel frattempo era arrivato a Calafate, l´aeroporto piú vicino per raggiungere in bus El Chalten: una delle destinazioni di trekking e arrampicata piú belle dell´intera Patagonia, dove c´é il Fitz Roy.
El Chalten è una cittadina che registra 350 abitanti effettivi e vive gran parte del turismo legato a trekking e arrampicata durante la loro tarda primavera-estate (per intenderci: da fine ottobre a inizio marzo). Questo fa sí che, a differenza di Ushuaia i prezzi siano molto piú alti e l´ambiente ha molto contrasto tra strutture di accoglienza con standard internazionali e il nulla assoluto intorno.
Organizzazione logistica
Per dormire abbiamo scelto uno dei numerosissimi bed&breakfast che ci sono, non mi sento di consigliarvi in particolare il nostro. Sono stati molto gentili e ci hanno fatto lasciare da loro i bagagli mentre eravamo a fare le notti fuori.
Per spostarsi è stato molto piú facile che ad Ushuaia: si parte sempre dalla cittá, a piedi.
(per arrivare ad El Chalten è necessario prendere un autobus da Calafate, con Bus Bud ne trovate mille)
Cosa abbiamo fatto
Siamo stati lí 11 giorni in totale. Avevamo in programma di fare due trekking multi-giorno e infatti ci siamo portati la tenda e tutto l´occorrente per stare fuori piú notti, compreso il cucinare. L´idea era di vedere se avremmo avuto abbastanza energie anche per scalare, nei giorni di riposo.
Il primo trekking ai piedi del Fitz Roy:
Come ad Ushuaia il primo trekking era il piú semplice e ci serviva come giro di ricognizione per capire temperature, sentieri, connessione e possibili rischi. Il giro si sviluppava ai piedi del Fitz Roy e, per quanto facile, è stato spettacolare per i paesaggi che avevamo sempre davanti.
Il primo dei due giorni ci ha portati, in 10km e circa 500mt di dislivello positivo al Camp Poincenot in cui è possibile passare la notte nella zona preposta (non fuori!!). Il sentiero è molto percorso e turistico, è di fatto quello piú famoso in assoluto della zona quindi non mi sono sentita in un ambiente selvaggio nè davvero in mezzo alla natura. Una volta piantata la tenda noi ci siamo poi fatti un giro intorno, per esplorare la zona, incluso un bagnetto nel fiume. Poi a dormire molto molto presto.
Sveglia alle 4:15, prima dell´alba, per fare i primi 2,5km e 500 metri di dislivello della giornata. Ho costretto Dario a questa alzataccia perchè dopo aver controllato il meteo avevo la speranza di riuscire a raggiungere la Laguna De Los Tres prima delle prime luci. Con gli occhi ancora chiusi ci siamo lanciati su per un sentiero bello ripido e ventoso che in un´oretta ci ha portati nel punto piú panoramico da cui vedere l´alba sulle torri del Fitz Roy. Siamo stati cosí fortunati da avere una giornata di bel tempo e ci siamo preparati un caffé in attesa di uno degli spettacoli piú belli che io abbia mai visto nella mia vita 👇🏻
Dopo di che siamo scesi, abbiamo chiuso la tenda e siamo partiti per il secondo campo dove avremmo dovuto passare la notte. Mentre camminavamo peró abbiamo realizzato che ci saremmo arrivati davvero presto nella giornata e avremmo quindi passato tanto tempo a non fare molto. Quindi abbiamo deciso di fare due tappe in una, nella speranza di riuscire a scalare nel giorno “guadagnato”. Secondo giorno quindi 25km e 1.100 metri di dislivello positivo, riuscendo a passare dalla spettacolare Laguna Torre piena di iceberg.
Qui il reel di recap, se non lo avete visto!
I due giorni successivi sono stati di riposo, organizzazione del trekking successivo e un pochino di boulder.
Il secondo trekking: la Vuelta al Cerro Huemul
Quando ho trovato questo trekking me ne sono innamorata subito: selvaggio, poco conosciuto e in mezzo ad una delle zone piú remote della Patagonia.
Ovviamente un giro cosí richiede un po´ piú di organizzazione e conoscenza del tracciato, pena il perdersi e mettersi in situazioni pericolose.
Il giro totale era di circa 70km con 3.000 metri di dislivello totali, un ghiacciaio, due tirolese da attraversare e un sentiero non segnato o quasi. Infatti è necessario registrarsi dai ranger del parco nazionale.
Abbiamo quindi caricato i nostri due zaini con tutto l´occorrente per 4 giorni fuori, cibo compreso, acqua esclusa (passando praticamente su ghiacciai tutti i giorni bastava un semplice filtro).
Il primo giorno è stato il piú facile, 16km e circa 700mt di dislivello. Paesaggi per lo piú verdi, boschetti da attraversare, qualche torrente da passare, poco vento. Abbiamo iniziato a camminare poco dopo pranzo e in poco piú di 4 ore eravamo giá al campo dove dormire.
Il secondo giorno è stato incredibile: 11km e circa 1.000mt di dislivello di stupore ad ogni passo che facevo. Abbiamo iniziato quasi subito con il passaggio sul fiume sul cavo in mezzo ad un paesaggio lunare di rocce friabili e spezzettate. Poi abbiamo iniziato a salire per arrivare finalmente vista ghiacciaio che abbiamo raggiunto camminando sulla morena che lo circondava su passaggi espostissimi e a rischio frana. Una volta sul ghiacciaio abbiamo camminato per 30 minuti su di esso, fermandoci di tanto in tanto a prendere l´acqua (🥹) e abbiamo ricominciato a salire per gli ultimi 3km e 500 metri di dislivello. Sole e vento e una salita davvero esposta che mi faceva venire voglia di fermarmi ogni metro e in cui, in tanti punti bisognava aiutarsi con le mani. Il punto di passaggio era il Paso del Viento (vi lascio immaginare perchè 😂) da cui poi si scendeva verso il campo dove abbiamo fatto il bagno nel torrente.
Il terzo giorno è stato inaspettato. Doveva essere piuttosto easy ed è invece stato intenso. Siamo partiti con un tempo che minacciava pioggia, umido e ventosissimo. Ci aspettavano 14km e circa 500 metri di dislivello positivo ma 1.000 di dislivello negativo, in appena 2,5km. Abbiamo attraversato praterie, boscaglie basse, passaggi sulla roccia sempre tenendo il Cerro Huemul a sinistra e lo sconfinato Ghiacciaio Viedma alla nostra destra. La discensa è stata infinita, spacca ginocchia, sulla sabbia e con corde scivolose ma é stata 100% ripagata dall´arrivo: la Bahia de los Tempanos. Un posto che non avrei neanche saputo immaginare: la sponda di un enorme lago di origine glaciale a 200 metri sul livello del mare… pieno di iceberg. 👇🏻
Chiaramente ho fatto il bagno 😎.
Il quarto giorno è stato il piú noioso e malinconico. Per tornare a El Chalten ci aspettavano 25km e 500 metri di dislivello necessari ma noiosi perché non spettacolari. Ma è il compromesso dei viaggi lenti e a piedi in posti remoti: per raggiungerli a volte bisogna fare dei pezzi di “passaggio” necessari. Di nuovo boscaglie, praterie, mucche e tantissimissimi km. Lo zaino era certamente piú leggero dopo aver mangiato (quasi) tutto il suo contenuto ma il tempo e i km non mi passavano piú, specialmente dopo la seconda tirolesa sul fiume che sapevo sarebbe stato l´highlight della giornata.
Se volete avere un´idea piú visuale di cosa abbiamo visto ho fatto un reel!
Il giorno dopo siamo ripartiti verso Buenos Aires, dove abbiamo speso due giorni a zonzo per la cittá. Io me me sono innamorata per la luce, i colori, le stradine, la street art, i quartieri, gli autobus sgangherati e i bar variopinti.
Questa é la fine del mio viaggio in Patagonia, che desideravo da tantissimo e che mi è entrato sotto pelle con le sue montagne, i ghiacciai, il vento che non smette mai, il fango e i km messi sotto le gambe. 22 giorni di natura, di fatica, di scoperta di una terra nuova e remota, nella maggior parte dei casi. È stato un viaggio che non dimenticherò mai per la luce e i colori che mi ha donato.
2. A gennaio inizi ad allenarti con for outdoor people?
Gennaio è davvero alle porte e io sono carichissima per tornare ad allenarmi.
Quest´anno, come l´anno scorso ho deciso di far partire proprio in questo mese delle cose che penso che potrebbero aiutarvi ad iniziare un anno di outdoor alla grande.
Quindi dal 6 gennaio iniziamo con:
RUNNING FOR OUTDOOR PEOPLE:
Road to 21km
PB (personal best) 10km
CLIMBING FOR OUTDOOR PEOPLE:
Forza di dita 🖖
Forza fisica 💪🏻
in piú ho deciso di ri-fare i 10 minuti al giorno di Yoga for Outdoor People gratis.
Tutto questo lo ricevete in anteprima e con i prezzi in early bird solo se siete iscritt* alla 👇🏻
3. Due libri che ho letto questo mese
22 giorni in Patagonia, un sacco di spostamenti tra aerei e autobus hanno chiamato a gran voce libri da leggere. Per fortuna che ho sempre amic* e parenti a cui chiedere degli ottimi consigli da poi riportarvi!
The State of Affairs (Rethinking infidelity) di Esther Perel.
Per me davvero scritto bene, scorrevole, sempre interessante. È un saggio di psicologia che tratta di infedeltá relazionale. Attraverso storie dei pazienti fa riflettere sul significato che attribuiamo al tradimento, cosa vuol dire per noi questa parole e, di conseguenza cosa succede quando ne siamo autori o vittime.
Che voi siate in coppia oppure no, o qualsiasi tipo di relazione abbiate ve lo consiglio tantissimo perchè dona, delicatamente, tantissimi spunti di riflessione e conversazione con il/la vostr* partner del presente o del futuro.
Effective Altruism di William MacAskill
Non ho ancora finito del tutto di leggerlo ma giá mi sento di consigliarvelo. È un saggio che prova a razionalizzare, attraverso 5 domande come cambiare il mondo in cui viviamo efficacemente, per il meglio. Come valutare una associazione/no profit a cui donare e la relativa causa in favore alla quale devolvere tempo/soldi o addirittura la propria carriera. Ci sono tanti, tantissimi ragionamenti quindi è da leggere a mente sveglia.
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