Life on a Claud #76 🧗♀️
5 cose che ho capito dopo due anni che mi alleno per la scalata; The Addiction Economy; Un´intervista a Guè (si, quel Guesus) che ho amato
Buongiooorno! :)
l´esperimento con la lettura della newsletter è andato bene e voi siete stati carinissim* a darmi feedback quindi lo rifacciamo! 😍
PS. super last-minute ma se volete ho ancora due posti per il retreat di boulder e yoga in Sardegna dal 27 febbraio al 2 marzo (i voli costano pochissimo!)
Menú di oggi 📝
5 cose che ho capito dopo due anni che mi alleno per la scalata
The Addiction Economy
Un´intervista a Guè (si, quel Guesus) che ho amato
Ho creato for outdoor people, la mia piattaforma di yoga e allenamenti per chi ama gli sport outdoor.
Ci trovate programmi di allenamento per l´arrampicata, anche per chi ha iniziato da poco, o con focus specifico per chi giá scala, programmi di allenamento per la corsa, per chi vuole iniziare e non ha mai corso, o per chi corre e vuole migliorare i suoi tempi, e lezioni di yoga con focus sugli sport specifici,
1. 5 cose che ho capito dopo due anni che mi alleno per la scalata 🧗♀️
Ho pensato che dopo un anno e mezzo da quando vi ho parlato per la prima volta di come ho iniziato ad allenarmi per l´arrampicata ci sta fare un check-in e farvi sapere come sta andando.
Nel 2023 quando ho scritto ad Ethan per la prima volta ero appena arrivata a Berlino, mi ero resa conto che il numero di giorni che avrei potuto passare outdoor sarebbe drasticamente calato e il mio obiettivo era massimizzare le sessioni che avrei avuto a disposizione.
Nonostante 2 anni non siano niente, nell´economia di una vita, ho pensato che ci sono delle informazioni importanti che ho imparato su di me grazie a questo tempo passato ad allenarmi.
👉🏻 Ho creato insieme ad Ethan ed Edo 3 programmi di allenamento per chi vuole migliorare nella scalata. Li trovate qui
Quindi ecco qui 5 cose che ho capito:
Sono una persona estremamente tenace.
Sono un soldatino: Ethan mi manda la scheda, io faccio domande per capire se non mi sono chiari degli esercizi, gli mando dei video per capire se sto facendo l´esercizio giusto, gli scrivo qualche cazzata per lamentarmi che la scheda è troppo dura (mai vero LOL) e poi parto.
E lí non mi ferma piú nessuno. Quello che lui dice io faccio, sempre e comunque. Le giornate saltate si possono contare sulla punta delle dita.
Anche quando non ho voglia, anche quando esco da lavoro alle 20, anche quando mi aspettavo di chiudere il mio primo 7a e mi sembrava non arrivasse mai e mi sentivo demotivatissima.
Un. giorno. alla. volta. Un. passo. alla. volta.
Non importa se qualche giorno l´allenamento è imperfetto
La vita succede, lo abbiamo giá detto, e quindi alcuni allenamenti saranno piú scarichi.
La cosa importante è, nel momento in cui abbiamo capito che la cosa migliore per mente e corpo è mantenere l´allenamento quel giorno non buttare tutto all´aria solo perchè siamo stanchi (che poi magari è solo mentale e poi stiamo pure meglio!).
Ho imparato ad ascoltarmi, aggiustare i carichi basandomi su come mi sento e cercare di mantenere la stessa intensitá percepita, pur con un carico piú basso. Non ha senso infortunarmi cercando di alzare un carico che in quel momento non riesco a reggere.
La cosa importante è che questo non sia una costante. Ossia: se è sempre cosí allora c´è qualcosa che non va. Se invece succede il 10-20% delle volte allora è okey.
Il mio vero obiettivo
Se è vero (lo ammetto!) che all´inizio sono partita carica con un obiettivo numerico (voglio fare il 7a) piano piano mi sono resa conto di cosa questo volesse dire.
E la veritá è che ho fatto questa riflessione guardando le guide di arrampicata e rendendomi conto che la maggior parte dei blocchi (soprattutto quelli con delle belle linee) hanno dei gradi compresi tra il 6c e il 7b.
Questo ha fatto si che iniziassi a guardare i gradi (che ho sempre preso come una misura spannometrica della difficoltá) pensando, che piú forte sarei stata piú blocchi belli avrei potuto scalare.
In pratica mi sono resa conto che quando saró a mio agio a scalare un grado piú alto avró accesso ad un infinitá di linee, rispetto a quando ho iniziato in cui, ovviamente, avevo meno possibilitá e capacitá tra i miei movimenti.
Un parco giochi enorme!!!
Non mi appassiono a progettare i blocchi indoor
Sembra stupido ma dopo aver sentito per mesi i miei amici qui a Berlino progettare per mesi (giuro!) i blocchi indoor ho realizzato che non mi ingaggia.
O meglio, in una singola sessione sono capace di stare sotto lo stesso blocco per ore (non benissimo 😅) ma poi torno a provarlo al massimo un altro paio di volte nelle settimane successive ma mi stufo velocemente.
Questo non succede mai outdoor. Anche a distanza di mesi vado a ri-provare blocchi che mi sono piaciuti ma che non sono riuscita a chiudere.
Non so esattamente perché succede, ma ipotizzo che possa essere legato al fatto che considero la scalata indoor come un allenamento per l´outdoor, quindi mi lego meno emotivamente ai blocchi (ha senso?)
SCALARE NON MI BASTA
Amo scalare, davvero ma non mi basta.
Non mi basta per migliorare ma non mi basta neanche come cosa che mi piace.
Ho (ri) imparato che mi piace spingere in allenamento anche a secco. Mi da soddisfazione battere la me stessa della settimana prima, vedere il peso/il tempo salire, la forza aumentare, sentirmi piú a mio agio con un esercizio che all´inizio non riuscivo a fare.
Non riuscirei a scalare e basta, cosí come non riuscirei ad allenarmi e basta. Cosí come non riuscirei a correre e basta.
Mi piace fare tante cose. E sono sempre stata cosí su tutti gli aspetti della mia vita, e questo si riflette anche in allenamento.
Se volete mettervi anche voi alla prova e seguire un piano di allenamento ne ho creati ben 3 con Ethan e Edo, i due coach di Climbing for Outdoor People. Li trovate qui.
2. The Addiction Economy
Ho letto questo articolo, che seppur non dicendo niente di nuovo e che non sapessi mi ha fatto riflettere sul mondo ultra-stimolante in cui viviamo. È un articolo molto americano, nel senso che gli esempi che porta sono molto esagerati e relativi ad un mondo un po´ distante da noi.
L´articolo esplora il concetto di "economia della dipendenza", sostenendo che il capitalismo moderno si basa sull'ottimizzazione del consumo attraverso sostanze e tecnologie che attivano il rilascio di dopamina (dopa), il neurotrasmettitore del piacere.
Quello che l´autore sostiene è che se nel passato, l'industria del tabacco e il commercio di zucchero e oppio hanno generato enormi profitti, oggi, le aziende prosperano trasformando la dopamina in consumo compulsivo, che questo sia creando app che creano dipendenza, o cibo reso palatabile dal “bliss spot” (il “punto di massimo piacere” tra dolce e salato) che stimola la fame ma senza saziare.
Insomma, un pochino mette l´ansia ma penso che abbia il suo senso leggere questo articolo e riflettere quanto siamo immersi in un´economia che ci vuole sempre piú disattenti.
3. Un´intervista a Guè (si, quel Guesus) che ho amato
Si, tra la musica che amo c´è anche il rap italiano e quando ho notato questa puntata di One More Time (che vi consiglio spesso per la profonditá delle conversazioni) mi sono fatta questo viaggio nella vita di uno dei rapper piú noti e iconici della scena.
A me è stra-piaciuta perchè come sempre Luca Casadei ha il dono di fare domande lievi e gentili che consentono introspezione agli ospiti senza mai incalzarli con parole che non li farebbero sentire a loro agio. Il risultato è sempre quello di una coversazione amichevole, che fa sentire partecipi e presenti nella stanza, come se stessero parlando con te.
💸 Qualche sconto?
🧘♀️ - Yoga for Outdoor People (NEWSLETTER) - hai il 10% sulle lezioni registrate!
🌿 - Hemproutine (CLAUD15) - vale il 15% su tutti i prodotti a base di CBD!
🧗♀️- Skalo Climbing (CLAUD15) - “climbing for a reason”, tutto il profitto della magnesite che acquisterete andrá donato in progetti di che fanno bene alle persone o al pianeta
🧘♀️ - ZenCore Yoga (CLAUD15) - Brand svedese di abbigliamento per lo yoga davvero comodo. Sembra di essere nudi 🤭